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martedì 12 aprile 2011

C'era una volta in America

Ci sono libri indissolubilmente legati al momento in cui li si è letti. Questo, forse perché ha tra le pagine ancora la sabbia, quando lo apro mi rimanda ad una vacanza stupenda: settembre, campeggio vuoto, spiaggia deserta, tempo bellissimo e un mare liscio come la pelle di un neonato. E una casetta su ruote, in realtà ben ferma al suolo, più grande della casa in cui ho vissuto per cinque anni: due bagni, due camere da letto e un salottino con cucinotto che, nelle ore del tramonto diventava di un colore caldo e accogliente. Davanti un giardinetto con tavolo e barbeque. Fantastico. Ma bando alle ciance; quella settimana la colonna sonora, o meglio letteraria fu Memorie di una reginetta di provincia, di Alix Kates Shulman edizioni Einaudi. Non so quanto se ne sia venduto di questo titolo. A volte mi viene da pensare che gli editori siano i primi nemici di alcuni dei libri che pubblica. Tanto impegnati a promuovere sempre i soliti che, altri, li lasciano a vedersela da soli. Libro uscito nel 72, fece un certo scalpore. L'America bigotta viene descritta in maniera feroce e dipinta come una società bacchettona e anche un po' sessista. Qui le donne vengono raccontate per quello che, per fortuna sono, con un corpo e una sessualità viva e vivace. Aborto e libertà sessuale fecero di questo libro uno scandalo, ma moltissime lettrici lo divorarono e lo amarono tantissimo. Un'America anni Cinquanta così gretta e chiusa.

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