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venerdì 29 aprile 2011

I lupi non fanno paura

Confesso che ho preso questo libro per la copertina. Ebbene sì, quando vedo un lupo mi lascio trasportare da qualunque parte, certa di trovare elementi interessanti. E anche con questo libro le aspettative non sono andate deluse. Il protagonista, Nazario, è maresciallo della forestale, innamorato dei boschi e dei lupi. Siamo nell'Italia degli anni cinquanta e Nazario, ex partigiano, comincia ad avvertire un certo disagio per alcuni cambiamenti che stanno avvenendo nel paese. A seguito di una tragedia , che non vi dirò, scopre che tra i suoi boschi c'è una valle magica e incantata, i cui abitanti sembrano vivere seguendo leggi tutte loro. Un libro da cui escono gli odori del bosco, degli aghi dei pini, delle goccioline di umidità che cadono sulle fogli dei sentieri. Un po' di storia italiana, e un po' di mistero. Bellissimo

mercoledì 27 aprile 2011

Mi dite qualcosa?

Oggi non segnalo nessun libro. Credo di aver dato, fino a ieri, diversi spunti e indicazioni. Forse troppe. Allora un giorno di pausa per sapere se avete letto almeno uno dei libri di cui si è parlato qui. Mi piacerebbe avere dei riscontri, capire cosa vi ha incuriosito di più. Anche sapere che nessuno dei libri segnalati è stato di vostro gradimento. Per proseguire questo lavoro ci vorrebbero anche dei riscontri, positivi e negativi. Chiaro che proseguirò comunque anche nel silenzio, anche senza commenti o suggerimenti. Penso solo che sarebbe più divertente avere vostre notizie e idee. Ma forse è troppo presto.

martedì 26 aprile 2011

Questo è difficile...

Bella impresa questo libro, bella per chi lo ha scritto e bella per chi riuscirà a leggerlo. Novecentocinquantadue pagine di storia della violenza, della morte e della ferocia. Vollmann ci ha impiegato vent'anni per portare a termine questo particolarissimo testo. E si è trovato in prima persona vicinissimo alla morte per scrivere qualcosa che, almeno in Italia, forse avremo letto in dieci o undici, non di più. Un impresa davvero titanica che io vi consiglio. Perché la storia dell'umanità è la storia della violenza. E mi sembra che possa essere spunto di riflessione leggere queste pagine. Armatevi di costanza perché ne vale la pena. Sottraete un po' di tempo ad altre cose ma leggetelo.

lunedì 25 aprile 2011

Caso, destino, disegno divino: comunque grande letteratura

Il ponte di San Luis Rey di Thorton Wilder me lo ha regalato mio padre quando ho compiuto diciotto anni. Un libro di cui mi ha sempre parlato in termini entusiastici. Dopo averlo letto ho capito perché: questo libro è un capolavoro, pagine che non si abbandonano fino alla parola fine.  Il 20 luglio del 1714 uno dei ponti più belli del Perù si spezza. Cinque persone muoiono nell'incidente. Frate Ginepro cerca di ricostruire i motivi per cui proprio quelle cinque persone si sono trovate li in quel momento. E un filo rosso sembra unire le loro esistenze: tutti e cinque muoiono proprio quando, in qualche modo, le loro vite stavano cambiando. Quando si leggono certi libri si avverte ancora più profondamente il vuoto cosmico di buona parte della produzione letteraria attuale. Tra qualche giorno inizierò a segnalare novità che resteranno sconosciute, forse perché troppo intelligenti. Intanto leggete questo.

Senza parole

Nottetempo casa per casa di Vincenzo Consolo, visto che la copertina non è chiara per nulla. A silenti lettori do silenti consigli, quindi non scrivo neanche le brevi note dei post precedenti. Procuratevelo e basta. Se vi va, altrimenti potete sempre leggere altro. 

domenica 24 aprile 2011

Chiacchiere da treno

Ci siamo lasciati per qualche giorno e ora rieccomi. In realtà non sono stati giorni di riposo per me. Qualche lavoro editoriale, articoli da scrivere e cause legali con ex commercialisti e soci. Insomma un periodo che di pasquale, più che il clima da resurrezione, ha avuto uova con sorprese non sempre gradite. E un distacco ormai totale dalla libreria di cui, disgraziatamente, sono diventata socia cinque anni fa. Ma andiamo avanti, a qualcosa servono sempre anche le esperienze disastrose. Vedo che non si sono aggiunti commenti ai post, e quindi proseguo in una sorta di soliloquio. Poco male dal momento che questo blog serve più che altro a me come sorta di inventario per tenere conto dei libri che andranno a far parte dell'assortimento di questa bottega quando comincerà a vendere sul serio. Magari questa estate venderò libri sulla spiaggia di Pescia Romana, tra il vento, che sempre soffia su quella costa, e il rumore del mare. E a quel punto qualcuno dovrà per forza rivolgermi la parola. Ma bando alle ciance oggi metto in vetrina questo libro di una delle più grandi scrittrici di tutti i tempi. Due uomini si incontrano in treno e cominciano a raccontarsi particolari delle loro vite, con quella confidenza che si ha solo con gli sconosciuti. Uono vuoe liberarsi della moglie e l'altro del padre. Suggelleranno un patto reciproco che li trascinerà in un vero e proprio abisso. Un testo che non perde mai di tensione, di ritmo. Con una scrittura che trascina fin dalla prima pagina. La Highsmith sì che andrebbe venerata, mica quella signora franco-russa che sembra diventata una dea della letteratura.

venerdì 15 aprile 2011

Che schifo, che ambiente marcio

Oggi parlavo con un rappresentante, ma non dico, per decenza di che editore, che ad un certo punto della conversazione se ne è uscito con questa perla di saggezza: "Certo, se le Feltrinelli acquistassero il 10% in più, voi piccoli librai sareste liberi di comprare anche solo due o tre copie di un titolo, quelle che vi servono. Basita gli ho risposto: "Ma ti rendi conto di quello che dici? Ammetti quello che io vado dicendo da anni e cioè che gli editori fanno fare ai librai il budget degli editori stessi"
Risposta: "Beh, se vogliamo pagare alcuni degli autori che pubblichiamo i soldi dobbiamo darglieli"

Ora io mi chiedo, e non è una domanda retorica: "Ma a livello etico che differenza c'è tra un editore così e un tanto esecrato ed esecrabile editore a pagamento? Ormai la nausea che mi provoca questo ambiente non ha rimedi. E siamo tutti complici. Per questo la mia bottega si rivolgerà solo ai grossisti se proprio qualcuno vorrà libri nuovi

giovedì 14 aprile 2011

Un'insalata di libri

Si avvicina Pasqua e, pur non avendo nessun interesse religioso per questa festa, apprezzo il fatto che ci saranno alcuni giorni di vacanza. Tra le tante cose che si possono fare, magari, leggere. E, magari, leggere qualcosa che non sarà facilissimo procurarsi. Ma chi segue la mia bottega sa che di facilmente recuperabile non offre nulla.
Vi consiglio tre libri; il primo è Nella fattoria di John Updike, edizioni Guanda. Il protagonista, trasferitosi a New York, torna a trascorrere un fine settimana nella fattoria in Pennsylvania in cui è cresciuto. Con lui la sua famiglia. Il fine settimana diventa l'occasione per ripercorrere la sua vita. Ma, come spesso accade, i ricordi cullati dalla memoria di quando si era bambini sono ben diversi dalla realtà. E il fine settimana non sarà così sereno.
L'altro libro è Orizzonte perduto, di James Hilton, edizioni Sellerio. Da questo libro Frank Capra trasse il film Shanri La. In un monastero tibetano è custodita una antica e misteriosa città. Quattro viaggiatore vi giungono e quello che vedranno impedirà loro di essere ciò che erano stati fino ad allora.
L'ultimo libro è Senza un soldo a Parigi e a Londra di George Orwell. Primo libro dello scrittore, cronaca degli anni in cui ha vissuto letteralmente nella miseria. Storia di dolori, difficoltà e ingiustizie raccontate con uno stile forse ancora in evoluzione ma già pulito ed essenziale.
Buona lettura

martedì 12 aprile 2011

C'era una volta in America

Ci sono libri indissolubilmente legati al momento in cui li si è letti. Questo, forse perché ha tra le pagine ancora la sabbia, quando lo apro mi rimanda ad una vacanza stupenda: settembre, campeggio vuoto, spiaggia deserta, tempo bellissimo e un mare liscio come la pelle di un neonato. E una casetta su ruote, in realtà ben ferma al suolo, più grande della casa in cui ho vissuto per cinque anni: due bagni, due camere da letto e un salottino con cucinotto che, nelle ore del tramonto diventava di un colore caldo e accogliente. Davanti un giardinetto con tavolo e barbeque. Fantastico. Ma bando alle ciance; quella settimana la colonna sonora, o meglio letteraria fu Memorie di una reginetta di provincia, di Alix Kates Shulman edizioni Einaudi. Non so quanto se ne sia venduto di questo titolo. A volte mi viene da pensare che gli editori siano i primi nemici di alcuni dei libri che pubblica. Tanto impegnati a promuovere sempre i soliti che, altri, li lasciano a vedersela da soli. Libro uscito nel 72, fece un certo scalpore. L'America bigotta viene descritta in maniera feroce e dipinta come una società bacchettona e anche un po' sessista. Qui le donne vengono raccontate per quello che, per fortuna sono, con un corpo e una sessualità viva e vivace. Aborto e libertà sessuale fecero di questo libro uno scandalo, ma moltissime lettrici lo divorarono e lo amarono tantissimo. Un'America anni Cinquanta così gretta e chiusa.

Cos'è l'Eldorado?


Sono particolarmente orgogliosa di avere questo libro nella mia bottega. Orgogliosa e anche amareggiata: questo libro, pubblicato cinque anni fa è di una brutale e triste attualità. Sto parlando di Eldorado di Laurent Gaudè. Protagonista Salvatore Piracci, comandante della fregata Zeffiro, in pattugliamento al largo di Lampedusa. Eh sì, proprio lì. Piracci da vent'anni trascorre le notti di guardia su quel mare scuro, inferno e speranza per tanti migranti. Ma l'amarezza lo sta consumando e piano piano lo riempie di dubbi. Fino a quando, a Catania, farà un incontro che lo scombusolerà nuovamente: una donna bellissima gli mostrerà un ritaglio di giornale in cui si parla della tragedia del Vittoria, natante alla deriva per tre giorni e carico di disgraziati. Qualcuno vi ha mai parlato di questo libro? Ne avete mai letto recensioni? Se questa piccola segnalazione riuscirà a colmare, anche poco, questo vuoto, sarò contenta. Da leggere, da leggere in questi giorni. Perché i dolori dell'umanità non cambiano mai.

Caccia alle streghe: c'è sempre un Altro più altro di tutti

Ecco un altro capolavoro che vi consiglio di precipitarvi a prendere: sto parlando de I diavoli di Loudon, cronaca vera di un episodio di caccia alle streghe accaduto nella cittadina francese. Tanti personaggi tra cui il parroco Grandier, il vescovo di Poitiers e, a fare da filo rosso, l'isteria collettiva e il fanatismo religioso. Un romanzo basato su fatti e ricostruzioni storiche in cui c'è tanto, troppo del nostro presente. Un assottigliarsi, fino a sparire, della coscienza con le conseguenze inevitabili che questo porta. certi libri andrebbero letti e riletti perché non è il sonno della ragione a generare mostri ma, semmai, il sonno della memoria. Io questo libro lo posseggo in un'edizione Oscar Mondadori, tradotto però già nel 1960 e pubblicato nei Quaderni della Medusa

lunedì 11 aprile 2011

Sono snob e me ne vanto

Oggi non metto in vetrina un libro ma una considerazione. Una considerazione che serve prima di tutto a me e riguarda il motivo per cui sono sempre più convinta di alcune cose: oltre al progetto di trasferirmi nella Tuscia quello di aprire una bottega di libri usati, fuori catalogo e comunque poco sotto i riflettori. Forse c'è dello snobismo in questa scelta, di sicuro un senso elitario nei confronti dei libri e della cultura in genere. E penso che non debba più avere paura di sembrare elitaria. Lo sono e non lo considero un difetto. E dopo questa premessa veniamo all'episodio che mi frulla per la testa. L'altro giorno è passato in libreria un rappresentante della Mondadori; un brav'uomo per carità, che fa il suo mestiere e a cui non si può rimproverare nulla. Ovviamente è passato a perorare la causa di Desiati. Non ha fatto esplicito riferimento alla questione premio Strega ma siccome non veniamo giù dalla montagna con la piena non era così difficile pensare ad una sorta di convincimento subliminale. Bene, ha sottolineato i meriti letterari del testo (che magari ci sono davvero, io non so che dire non avendolo letto) il valore intrinseco di quelle pagine. Bene. Una mia collaboratrice lo sta leggendo e nel frattempo ne ha vendute non poche copie. Cosa succederà ora? Che il mio socio ne ordinerà altre copie e via così. Forse Desiati vincerà lo Strega, andrà da Fazio, sarà recensito e venduto. E un altro libro farà l'attore di un copione sempre uguale. E vivrà la strana sorte di non riuscire a dimostrare se davvero vale in sé o se perché una immutata legge di marketing ha stabilito che deve valere. Questo è fare i librai oggi. Io non giudico più, me ne sto in disparte e faccio altro. Forse la mia bottega rimarrà un'insignificante goccina nel mare. Di sicuro non sarà appetibile per nessun rappresentante

A gentile richiesta

Un'amica della bottega mi ha chiesto di mostrarle qualcosa di poesia, se possibile. Confesso che non è un genere che segua con attenzione. Solo sporadicamente, per non dire mai, ho comprato testi di poesia. Ma vista la richiesta specifica metto subito sugli scaffali due tra i pochissimi testi che possiedo: uno è la Voce a te dovuta di Salinas e l'altro È quel che è di Fried, entrambi pubblicati da Einaudi. Devo ammettere di averli presi in modo molto, forse troppo epidermico, senza pormi minimamente il problema che fossero ben scritti o meno. Non sono in grado di stabilirlo, del resto non mi interessa neanche farlo. Però una lettrice mi ha fatto una richiesta e io eseguo

domenica 10 aprile 2011

Non solo Arancia meccanica: Anthony Burgess

 Questo lo conoscete? Dall'autore di Arancia meccanica un esempio di come si possa scrivere un romanzo storico in modo davvero coinvolgente. È la storia di Marlowe, l'autore del Doctor Faust e personaggio davvero bizzarro: omosessuale, ateo, amante delle risse e di tutto quanto accadesse nelle taverne della metà del 500 in una Londra fumosa e ambigua.  La sua morte è sempre rimasta un mistero. Burgess ne ricostruisce la storia facendo parlare un attore, compagno di avventure, teatrali e non, dello scrittore. Un gran bel ritratto di un pezzo di storia, di lotte di religione e di letteratura: sullo sfondo, infatti, il confronto con Shakespeare. Grande libro. Se penso a tutti quei best sellers, spacciati per grandi romanzi storici e buoni solo per essere usati per raddrizzare tavolini storti...

sabato 9 aprile 2011

Non a caso il museo del cinema è a Torino



Sono molto contenta di questo piccolo blog e di questa piccola bottega. Vedo che viene letto e, pare non dispiaccia. A dire il vero mi piacerebbe avere qualche commento in più; se non altro perché mi sento un po' autistica a continuare a mettere in vetrina libri senza avere riscontri. Forse non è facile lasciare commenti sul blog, per questo avevo lasciato una mail all'inizio dell'avventura. Ma francamente non è essenziale. Io continuo il gioco pensando che la rete abbia questo di bello e di differente dalla televisione: che si può interagire, se si vuole. Allora oggi metto in vetrina Un cuore muto, di Sergio Pent edizioni e/o. Un bellissimo romanzo ambientato in un'afosa estate torinese. Intreccio di amore per il cinema delle origini, storia del ventennio fascista e anni di piombo. Un po' di giallo, poco poco, in una struttura quasi da melodramma. E sullo sfondo una Torino splendida protagonista letteraria. Buona lettura

Colori proibiti e lievi

Quello che per me è il più bel libro di Mishima e, in assoluto, uno dei più belli da me letti. Una buona dose di autobiografia in questa storia di uno scrittore misogino. E un giovane bellissimo che diventa, in un certo senso, strumento di vendetta. Seduttore di uomini e donne, il giovane lascia dietro di sé macerie. Lo scrittore ne è irrimediabilmente attratto. Un libro in cui Mishima fa un esplicito riferimento alla propria omosessualità. Non a caso quando fu realizzato un libro su di lui, la moglie proibì che si prendessero spunti da questo testo. Assurdo? Ipocrita? Forse no, semplicemente cultura giapponese. Comunque questo libro, scritto da un occidentale sarebbe diventato credo più greve. Bellissimi i punti in cui Mishima descrive l'incanto del protagonista nel vedere semplicemente l'ombra che le ciglia disegnano sulla guancia dell'amato che dorme. Davvero io lo leggerei anche solo per quei passaggi.

venerdì 8 aprile 2011

E la sensualità delle vite disperate: come dice Paolo Conte

Luisa lavora in una fabbrica al nord. È stimata ed apprezzata dai colleghi. Ma la sua vita è fatta di una solitudine tenace, popolata da ricordi e pensieri. Finoa quando cominciano ad accadere cose strane nella sua testa: telefonate anonime, ragazzi che la disturbano. Sarà tutto vero? Ricordo come fosse ieri la sensazione di amarezza profonda nel leggerlo. E il piacere letterario di scoprire come anche la più semplice delle vite potesse diventare un racconto splendido come questo. Una bella lettura per questo sabato

Come un criceto in gabbia: corri corri e non ti muovi

Oggi mi è venuto in mente questo libro. Sarà perché ho passato una giornata che mi ha lasciato addosso la spiacevole sensazione di non riuscire ad andarmene da una gabbia. Il protagonista di questo testo, un borghese uomo d'affari, ricco e realizzato, dopo uno spaventoso incidente automobilistico resta prigioniero di un'isola spartitraffico. Per tutta una serie di motivi non riesce ad abbandonarla. Comincia allora una sorta di viaggio di scoperta di quel piccolo angolo di cemento in cui si trova costretto. Ballard anche in questo libro mescola generi diversi e provoca più di qualche riflessione. Surreale, disperato, quasi fantascientifico è una spietata denuncia ad una inesorabile disumanizzazione. Comunque io la mia isola di cemento la mollo. Oh sì, molto presto.

mercoledì 6 aprile 2011

Sentire il vento

Il motivo per cui lessi questo libro fu la mia amicizia con un signore genovese. Amava moltissimo la sua città e la Liguria tutt. Mi piaceva sentirlo parlare con la sua cadenza ormai imbastardita da tanti anni a Milano ma sempre inconfondibile. Il libro in questione è Vento largo Di Biamonti, edizioni Einaudi. È la storia di Varì che per amore di Sabel decide di diventare passeur, una di quelle figura che aiutavano le persone a superare i confini tra l'Italia e la Francia. Mentre lo leggevo sentivo fisicamente il rumore del vento, le fronde degli alberi che, nella notte facevano rumore, la luna che illuminava i sentieri. Mi veniva quasi da leggerlo sotto voce per non fare rumore e non mandare all'aria il sogno di cambiare vita di chi usciva dall'Italia. Che libro, che emozioni mentre lo leggevo. Una luce intensa che usciva dalle pagine insieme al riverbero del mare. Anche questo da rileggere

Panait Istrati: chi è costui?

Questo libro mi fu consigliato da un grande libraio con cui, per circa un anno, lavorai al Libraccio. Ora Roberto, insieme alla sua compagna Elena ha una libreria sua, molto bella. Ha passato anni di duro lavoro prima di arrivare a questo: su e giù per L'Italia ha comprare e vendere libri, a fare mercati, ad affittarsi spazi all'interno di altre librerie. Ora ha una bottega che è un gioiello. Breve introduzione di dovere.

Il libro che mi consigliò, e che oggi metto a scaaffale è Kyra Kyralina diPanait Istrati, personaggio straordinario: contrabbandiere, ambulante e vagabondo. In viaggio tra Egitto, Siria, Turchia poi Marsiglia e tanti altri posti. Questo romanzo ha sicuramente elementi autobiografici. Ricco di storie commoventi, spaventose di ribelli, reietti e irregolari. E per teatri di queste vicende osterie e bassifondi. Un libro quasi carnale mi verrebbe di definirlo. Un labirinto di vicende.
Buona lettura, se vi andrà di cercarlo.

La sincerità si paga

Volevo solo dirvi questa cosa. Oggi ho pubblicato un post in cui dicevo, molto sinceramente, di avere fatto google adsense per avere nel blog delle inserzioni pubblicitarie. E ho anche ammesso di averlo fatto sperando che qualcuno ci cliccasse sopra per consentirmi di avere qualche entrata, piccola, per pagarmi magari l'abbonamento a internet. Forse ho avuto l'ingenuità di dire che la somma raccolta fino ad ora era davvero irrisoria. Mi sono limitata a dire quello che tutti fanno senza dirlo: invogliare i lettori a fare click sui link. Google mi ha levato i banner. Vorrà dire che andrò avanti senza. Però mi sembra tutto un po' ipocrita. Spero almeno che non mi chiudano il blog, perché questo per me è un bel gioco. Serio come tutti i giochi
 Nella bottega ci sono anche loro, persone, animali e luoghi a me molto cari. Perché questa bottega parla sì di libri ma attorno a me ci sono cose ancora più importanti dei testi. Tutto fa parte di un insieme di parole e sensazioni che entrano, per evocazione o pensieri, tra le pagine dei libri di cui parlo. Forse penserete che tutto ciò non abbia nulla a che fare con questa bottega. Invece non è così. Questa bottega è molto ricca di vita: unico capitale investito in questa avventura. 


Senza titolo



Giornata da infarto oggi. Dopo tre giorni di seguito di lavoro matto e disperatissimo per due collaborazioni editoriali che mi stanno divertendo e impegnando molto, il mio mac ha deciso di farmi un bellissimo scherzo. Mi ha cancellato tutto un file. Non mi vergogno a dire che ho tirato giù una di quelle bestemmie che avrebbero fatto impallidire anche i mie amici maremmani. Senso di impotenza e sconforto per le ore buttate via in un attimo. Ma amen. Va così. Poi guardo il rendimento di questo blog. Confesso di avere fatto l'iscrizione a google adsense nella speranza che qualcuno cliccasse sui link pubblicitari per consentirmi di pagare l'abbonamento internet almeno. Bene, dopo due settimane ho guadagnato la strabiliante cifra di euro 2,46. Mi sono messa a ridere da sola. E per uno strano giro di pensieri mi è venuto in mente un libro: Sbarcare il lunario Di Paul Auster. Divertente cronaca dei lavoretti fatti da questo scrittore prima di diventare una star: commesso in una libreria antiquaria, inventore di giochi di carte per simulare il baseball. E altri. Compreso qualche collaborazione editoriale. Un po' quello che sto facendo io. Mi manca l'invenzione di giochi di carte per simulare il baseball. Ma potrei sempre inventarne uno per simulare il lancio del mac fuori dalla finestra. Ah dimenticavo di dirvi che il sottotitolo del libro è "cronaca di un iniziale fallimento"

martedì 5 aprile 2011

Mattioni e Tondelli: niente in comune

Vi hanno incuriosito i libri che vi ho segnalato fino ad ora? Ne avete cercato qualcuno? Nessuno? Sì, no, boh. Allora vado avanti a spolverarli e a metterli sugli scaffali. Oggi ne sistemo due in una botta sola perché mi aspetta una giornatina piena e non so quando ripasserò di qui. Allora mi porto avanti con il lavoro.

Il primo ripescato è un libro legato ad una storia un po' lunga. Che non vi racconterò. Non per ora almeno. Si tratta di Camere separate di Tondelli, in una stropicciatissima edizione dei tascabili Bompiani. Io non so se Tondelli sia stato un grande scrittore o se sia stata una di quelle firme trasformate in icona dagli ambienti letterari, così autoreferenziali e amanti del post mortem. Però questo libro a me è piaciuto moltissimo. Bisogna essere stati molto soli, al limite della paralisi esistenziale per apprezzarlo appieno. Non so se lo rileggerei ora. Però nella mia bottega merita un posto particolare anche solo per quello che ha rappresentato per me dodici o tredici anni fa quando mi fu regalato.

L'altro libro è Il richiamo di Alma di Stelio Mattioni edizioni Adelphi. Una figura bianca, che forse è una donna o forse tante donne, che lancia il suo richiamo ad un uomo troppo prigioniero di sé stesso per concedersi il lusso di perdersi. Il tema è quasi uno stereotipo della letteratura però anche gli stereotipi c'è modo e modo di scriverli. E questo malinconico, discreto e poco conosciuto scrittore triestino in questo libro lo ha fatto in un modo che ti incolla il libro alle mani.

Bene, per oggi la pesca ha portato questo nella rete. Buona giornata silenti lettori

lunedì 4 aprile 2011

Lombroso e Salgari: che coppia



Ecco un libro davvero meritevole, passato quasi inosservato. Non avendo potuto contare su recensioni blasonate o passaggi televisivi da Fazio è rimasto un po' in disparte. I lettori eterodiretti, quelli per intenderci che non comprano un libro senza che il tubo catodico ne abbia comprovato il merito letterario, non lo hanno nemmeno degnato di uno sguardo. E hanno perso qualche ora di piacevolissima lettura. Così imparano a non fidarsi dei librai. Si tratta di La vergine delle ossa, di Luca Masali, edito da Castelvecchi. È la storia di un detective particolare, Cesare Lombroso, di un certo Emilio Salgari che si crede uno scrittore, di prostitute,e di un pazzo criminale che ha rinnegato anche il suo nome e passa il tempo a costruire una scultura fatta di ossa. Avventure comiche, tragiche e deliranti in un affresco che è anche un pezzo di storia di uno dei personaggi più controversi della psichiatria. Un giallo che non è solo un giallo, con personaggi strampalati e folli. Ma ricco di elementi storici assolutamente veri.

domenica 3 aprile 2011

I libri non invecchiano

Prima di tutto vorrei ringraziare le persone che hanno dimostrato apprezzamento per questa bottega. Siamo circa una trentina e, forse, fa sorridere quei siti che hanno migliaia di connessioni. Ma a me fa un immenso piacere perché ho aperto questa bottega da pochi giorni. Se questa cosina fosse sulla strada già trenta clienti sarebbero un enorme successo. Quindi posso considerarmi molto soddisfatta. Il tutto ancora in silenzio, non ci parliamo un granché ma io aspetto vostre notizie e commenti. Intanto comincio la settimana mettendo in vetrina il libro Sulla pelle viva di Tina Merlin, Cierre Edizioni. Questo testo fu pubblicato nel 1983 da La Pietra e nel 1993 da Il Cardo. È la cronaca documentata della tragedia del Vajont, con le complicità della politica, con l'ingordigia degli interessi economici e il silenzio della stampa. Tina Merlin era inviata dell'Unità e incontrò non pochi problemi nella raccolta di notizie e informazioni. Un esempio straordinario di vero giornalismo d'inchiesta, così diverso dagli istant book così frettolosamente confezionati oggi, sull'onda dell'emotività del momento. Questo libro non invecchia e conserva tutta la sua tragica attualità, se non nelle notizie, di sicuro nelle dinamiche con cui si costruiscono le tragedie; che di imprevisto non hanno quasi mai nulla. E ora vi chiedo io un favore: avete un libro difficle da trovare che vorreste mettere in questa vetrina? Mandatemi una foto e due righe di storia che così lo esponiamo e lo facciamo girare. Tanto per iniziare uno scambio. Se vi va. Io tanto vado avanti a tirare fuori libri dalle scatole.

Discesa all'inferno con un libro magico

Discesa all'inferno di Doris Lessing è il libro più particolare della scrittrice. Mi verrebbe da dire quasi un libro di fantascienza. La polizia trova lungo il Tamigi un barbone. Lo arresta e lo fa ricoverare in un ospedale psichiatrico. Qui piano piano si viene a scoprire la vera identità dell'uomo, un professore che dice di aver fatto un viaggio in canoa nell'Atlantico e di aver conosciuto specie animali ignote. L'uomo deve cercare di difendersi dai medici che vogliono blandirlo con gli psicofarmaci e cerca di parlare solo con altri esseri umani dotati di una luce speciale. Le pagine in cui la scrittrice ci racconta dei luoghi in cui il professore si è trovato a vivere sono di una potenza quasi inquietante. Io ne ho una copia pubblicata anni fa da Interno Giallo ma credo che ora sia disponibile nel catalogo Fanucci. Una Lessing sorprendente e quasi da incubo.

Ciò che manca è più presente che mai


Due libri in una volta sola. Pontiggia è uno scrittore che ho amato alla follia e questi due libri sono tra i mattoni portanti della mia bottega. La morte in banca è la cronaca dell'esperienza, vera, dello scrittore come impiegato bancario. All'epoca, e non a torto, un impiego di quel tipo era il lavoro più sicuro a cui si potesse aspirare. Ma al giovane Pontiggia le sicurezze non bastavano. Cronaca spietata e leggera al contempo di un lavoro che lo stava uccidendo, levandogli l'aria e la fantasia. I piccoli rituali d'ufficio così alienanti e pericolosi nel loro potere anestetizzanti. Il secondo libro La grande sera per me è un gioiello. Il protagonista è un assente, un uomo che sparisce senza lasciare traccia. Di lui sappiamo solo quello che ci viene raccontato da amici e parenti. Eppure la voce di questa assenza è la più potente di tutto il testo. Se non conoscete questo scrittore, ed è probabile perché non credo siano molte le librerie in cui viene consigliato, io vi invito a leggerlo. Quest'ultimo testo mi ha ricordato un film che credo sia stato visto da dieci persone in tutto: Codice privato. Una sorpendente Ornella Muti che, in questa pellicola, era di una bravura sorprendente. La storia si svolge in una sola stanza e lei è la sola protagonista. E anche qui ci viene raccontata la storia di un uomo che sparisce, di una storia d'amore che si interrompe. Lei cerca, attraverso lettere  e messaggi telefonici, di ricostruire il perché e di continuare un dialogo con chi è assente. Se avete la possibilità di rivolgervi a una videoteca degna di questo nome andate a prendervelo e guardatevelo. E leggete Pontiggia

sabato 2 aprile 2011

Silenzio

Mi piacerebbe parlare di libri che chiedete voi, ma dal momento che non lo fate, io vado avanti a segnalare quelli presenti tra i miei scaffali. Oggi è la volta de Il silenzio del mare, che qui vedete nell'edizione tascabile e che io posseggo in quella dei Coralli. In Francia durante l'occupazione tedesca, un ufficiale si stabilisce nella casa di un uomo e sua figlia. La resistenza che queste due persone attuano nei suoi confronti è la più terribile: il silenzio. Lui parla con loro, suona il pianoforte senza sortire alcun effetto. Un monologo incessante e un incessante rifiuto a qualunque comunicazione. Un libro che ha conosciuto anche la clandestinità. Uno dei libri più belli mai letti. Magari può piacere anche a voi, silenziosi lettori

venerdì 1 aprile 2011

Non tutto il male vien per nuocere

Nella mia vetrina ho messo quattro libri, due dei quali sono degli editori con cui sto collaborando in questo periodo. Non vi dirò quali anche se penso possiate arrivarci. Ma non ha importanza. Sono due editori con cui sono entrata in contatto lavorando nel negozio di cui, per ora, sono socia. Un negozio da cui spero di staccarmi al più presto per iniziare un'avventura solo mia. Però devo ammettere che questi due editori li ho conosciuti lavorando lì. Per cui non tutto il male vien per nuocere. Nella vita capita di prendere un treno per poi accorgersi che è quello sbagliato. Però può capitare che sul quel treno si facciano degli incontri con cui si può proseguire il viaggio verso altre direzioni. Sul treno sbagliato ho incontrato due passeggeri con cui faccio un altro viaggio, magari breve, magari a tappe interrotte e poi riprese. Chi può dirlo. Dal treno sbagliato (la libreria di cui sono socia ora) a un altro treno (questa bottega) con cui faccio altre cose. Forse non vi interessa ma a me andava di scriverlo, quindi va bene così. Un bagaglio leggero ma preziosissimo preparato piano piano levando cose ormai inutili e inutilizzabili. E buon viaggio a me

Vetrina




Siete proprio timidi: non lasciate commenti, non chiedete. Mi piacerebbe iniziare a parlare un po' con voi. Però vi capisco, non  mi conoscete e quindi non vi fate avanti. Del resto fin da piccoli ci insegnano a non parlare con gli sconosciuti. Allora questo post non avrà piccole note sui libri ma solo immagini. Nella vetrina della mia bottega metto questi libri; se volete entrate e chidete. A m sono piaciuti molto, anzi moltissimo, per motivi diversi e in tempi diversi della mia vita. Se vi va vi racconto perché. Nei prossimi giorni avrò tantissimo lavoro quindi potrei non postare in modo regolare. Intanto fatevi incuriosire da questi libri in vetrina e poi, se vi va, mi dite. Quella piccola gialla forse non la vedete bene, e l'ho fatto apposta: la buona letteratura richiede qualche sforzo

Una strana foresta

Una Sicilia arcaica, quasi primordiale e un'entità indistinta ma vivente, senza contorni precisi. Una foresta che è la vita stessa. E un personaggio misterioso che assume le sembianze di un avvoltoio per filosofare sulla vita e sulla morte. Un libro davvero molto particolare per consigliare il quale ci vuole un certo coraggio e una buona dose di follia. Ma questa bottega tanto normale non è. Comunque la pubblicazione di questo testo fu caldeggiata da Giorgio Caproni e, forse, amandolo io molto, ho trasferito su questo libercolo l'attaccamento che ho per quel poeta. L'effetto che mi ha fatto mentre lo leggevo è stato straniante e quasi onirico. Una lettura diversa dal solito per il fine settimana che si avvicina