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giovedì 31 marzo 2011

Le sue non erano solo canzonette

E mentre le solite classifiche sciorinano dati di vendita dei soliti libri, questa bottega si diverte sempre più a esporre negli scaffali libri defilati e discreti. Oggi è la volta di questo testo, pubblicato da Stampa Alternativa e scritto da Sergio Endrigo. Proprio lui. Una prova narrativa nel suo stile. Un romanzo sull'ipocrisia di un certo mondo artistico e canzonettaro, sulla sua sguaiatezza dettata dalle regole del commercio. Un po' come avviene nel mondo letterario attuale. Proprio l'esatto opposto di quello che era questo musicista, mai apprezzato appieno per quello che davvero ha rappresentato per la musica. Romanzo semplice, di quella semplicità che non ha nulla a che fare con la banalità, educato e timido com'era l'autore. Anche questo se lo trovate in qualche libreria siete fortunati. La mia bottega lo ha bene in vista.

mercoledì 30 marzo 2011

Terra del fuoco


Nella bottega si continua ad aprire scatole per tirar fuori libri da sistemare sugli scaffali. Oggi mi è capitato tra le mani Viaggio nella terra del fuoco di Giacomo Bove edizioni Ecig. Esploratore italiano nato nella metà del l'ottocento, non ha avuto la fama toccati ad altri esploratori. Ed è un vero peccato perché è stato tra i più grandi. Stesso destino mi sembra quello editoriale di questo libro che sfido a trovare in qualche libreria. Nella mia ci sarà di sicuro. Siamo in Patagonia, la terra resa famosa da un altro viaggiatore diventato, chissà perché, di moda. Questa è davvero grande memorialistica di viaggio. Ho sempre amato questo genere di testi perché evocare solo con le parole posti lontani credo sia una magia tra le più grandi che possa offrire un libro. Da leggere assolutamente per viaggiare con la fantasia

Passione nordica

L'uomo che sorrideva di Mankel è stato il primo libro letto di questo scrittore. Letto da me naturalmente. Quando l'ho preso, estate 2006, il giallo nordico non era ancora diventato una di quelle mode gonfiate di cui la nostra editoria si nutre periodicamente. Se ne parlava ancora poco, anzi quasi nulla. Dovevo, quell'estate, passare quindici giorni al mare, dopo cinque anni di vacanze itineranti di altro tipo. Aspettavo quei quindici giorni con gioia fanciullesca. Finalmente una classica vacanza marinara, con caldo, sole, nuotate e poco altro. Forse per quello, per contrasto, mi sono lasciata sedurre da un libro che prometteva tempeste di neve nella Scania, in Svezia. Giornate corte, abitudini alimentari e di vita assolutamente all'ooposto di quelle verso le quali mi stavo dirigendo io. E così ho conosciuto il protagonista, il commissario Wallander, uomo solitario, malinconico, stropicciato e disilluso. Freddo, buio, mistero; tutto il libro senza una caduta ti tensione. E l'umanità dolente di questo commissario così poco stereotipato. Quell'estate ho dovuto comperare tutti gli altri libri dello scrittore svedese perché si era quasi creato un rapporto d'amicizia con il suo protagonista. Wallander mi seguiva in quei giorni. Ha creato in me una forma di dipendenza. Non ho letto altri giallisti nordici dopo di lui perché qui non si tratta di scuole di letteratura, filoni narrativi o altro. A me piace Mankel e il suo Wallander

martedì 29 marzo 2011

E mentre passeggiavo...



Oggi, mentre passeggiavo nei boschi della Tuscia, ho ripensato, non so perché ad un libro che ho molto amato: Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, edizioni Adelphi di Robert Pirsig. La copia che possiedo io ha la sovracoperta completamente consumata e spettinata. È stato il primo libro talmente interiorizzato da non averlo rispettato fisicamente. Lo stropicciavo seguendo le emozioni che mi suscitava. Viaggio geografico e interiore di un uomo spezzato e di suo figlio. Racconto di un movimento e di una follia. Storia vera e romanzo, potente, tenero, malinconico e disperato. E una domanda che attraversa tutto il testo: "Che cos'è la qualità?"
Uno di quei testi la cui lettura mi ha accompagnata per tutta la mia vita, almeno fino a qui. Al punto tale da essermi tornato in mente oggi mentre camminavo nei boschi e nella macchia mediterranea cercando asparagi. Forse mi è venuto in mente perché anch'io oggi ho pensato a cosa sia la qualità della vita. Forse è una camminata nella natura e il ricordo di un libro che riaffiora. Leggetelo e se vi va ditemi cosa ne pensate. In fondo una bottega, come la intendo io, è un luogo in cui le parole viaggiano dal libraio al cliente e viceversa. Purtroppo non ho trovato in rete un'immagine dell'edizione maggiore. Magari farò una foto della mia così tutta consumata.

Venghino siori venghino

Tra un po' si apre la partita iva, si diventa piccola impresa e si vende davvero. Così la bottega inizierà, prima con le spedizioni poi in un luogo fisico. Ma la rete ci sarà sempre, anzi di più. E anche on line tutti i giorni la bottega aprirà le sue porte. Chi vorrà entrare sarà seguito personalmente in ogni dettaglio.

Leggi e mangia

In questa bottega si legge e si mangia. Lettura e cibo sono due piaceri assoluti e spesso possono andare di pari passo. Guardate qui perché il cibo sarà frequentemente un compagno di viaggio delle pagine scritte. Un libro e un piatto. Mentre mangio non mi piace molto parlare ma mentre leggo mi piace molto mangiare. A voi che piatto viene in mente mentre leggete un certo libro? Io ho imparato a mangiare le arance con l'olio leggendo Conversazioni in Sicilia di Vittorini.  Una pagina, un boccone.  Avete storie vostre a tal proposito?

lunedì 28 marzo 2011

La strada più diretta non sempre è la migliore

Un uomo perde quasi nello stesso momento il lavoro e la sua donna. Allora comincia a viaggiare per gli Stati Uniti seguendo solo le strade blu: quelle che, nelle cartine stradali, indicavano le strade secondarie. Columbia, Missouri, Montana, New England. Le strade un po' nascoste sono quelle che, nella loro lentezza, offrono le visuali migliori: nel viaggio, nella letteratura e nella vita. Mentre lo leggevo i nomi di questi stati mi aprivano la mente verso spazi immensi. Del resto è inevitabile quando si viaggia, anche solo tra le pagine di un libro, in lungo e in largo per gli States. E mentre lo leggevo mi sentivo completamente immersa nella provincia americana. Questo libro riempie la mente di immagini. E strappa dal luogo in cui ci si trova mentre lo si sta leggendo. Nella mia bottega si troverà ancora nell'edizione rilegata dei Supercoralli Einaudi.

Esercizi di paesologia

Libri nella rete non sta a significare solo il supporto tecnologico usato per parlarne. Suggerisce anche l'idea, almeno secondo me, di libri rimasti nella rete dopo una pesca, paziente e solitaria molto spesso. Un libro va annusato, accarezzato e sfogliato. Un dialogo magari rapido ma molto personale tra lui e il futuro lettore. Qualsiasi sia il motivo che ci spinge a prendere un libro tra le mani quello che ce lo farà leggere e ricordare sarà sempre qualcosa di personale. Quante volte invece vi è capitato di trovare bello un libro solo perché qualcuno vi ha detto che andava letto? Un consiglio fuori dal coro mi sembra molto diverso dagli ammiccamenti di molte trasmissioni televisive in cui scrittori ammiccanti rispondono a domande magari concordate per essere maggiormente televisivamente vincenti.
Vabbé comunque sia oggi in questa bottega entra qusto piccolo libro dell'editore Laterza, intitolato Vento forte tra Lacedonia e Candela di Franco Arminio. Un viaggio desolato e desolante tra alcuni piccoli e piccolissimi paesi dell'Irpinia. Nessuna apologia del paese, ma una lettura quasi documentaristica su come si vive, tutti i giorni in piccole realtà spesso abbandonate: abbandonate affettivamente più che fisicamente. Nessuna retorica, una cinepresa fatta di parole e racconti su un disagio che sta svuotando di senso e di motivi qualcosa di unico che, forse, sarebbe da rivivere in altro modo: il piccolo paese. Anche e soprattutto quello fuori dai coreografici e abusati itinerari turistici color pastello

Si scende in strada

Penso che accetterò l'invito di una persona e porterò questa bottega virtuale in uno spazio fisico. All'Hangar Bicocca, a Milano, da aprile, pagando una cifra ridicola, le persone che vogliono hanno a disposizione un banchetto per vendere la loro mercanzia. Io lo farò con alcuni dei libri usati raccolti in tanti anni di caccia e ricerca. Appena ho informazioni più precise farò sapere, su questo blog, dove e quando. Penso possa essere una bella occasione, magari, per raccogliere alcuni indirizzi di potenziali clienti. Dovrò fare una selezione adatta alla circostanza, tenendo presente che non si tratta di un mercato specifico, ma una festa con di tutto un po'. Questo perché c'è pur sempre bisogno di guadagnare qualche soldino e di cominciare, da subito, a far camminare questa idea su piedi reali; anche se solo per una domenica o due o tre. Vediamo come funziona. Poi magari mi trovate, questa estate, con un carrello di libri sulla spiaggia di Pescia Romana, nella mia Tuscia, a fare l'ambulante. Ci sto pensando da un po' di tempo. Vedremo...

domenica 27 marzo 2011

Un mondo a parte

Un mondo a parte di Gustav Herlin edizioni Feltrinelli, prima edizione 1994. Un libro che fa tremare le vene ai polsi, che fa piangere, arrabbiare e che, nonostante questo, o proprio per questo incanta. Perché è scritto benissimo. Un mondo a parte è la testimonianza spietata dei gulag. Tradotto per la prima volta in Italia nel 1958 (dieci anni prima dei libri di Solzenicyn) fu all'epoca ingnorato. Troppo scomodo sapere cosa accadeva nelle prigioni dell'Unione Sovietica. A dire il vero anche in seguito mi pare che questo libro sia stato ignorato. Quando il tubo catodico con i suoi profeti Fazio e Saviano si fecero cantori delle realtà concentrazionarie, il giorno dopo masse di lettori si riversarono in libreria a chiedere i Diari della Kolyma. Ovviamente nessuno che abbia mai chiesto questo libro. Prezioso, unico, bello. Quando lo comprai lavoravo alla Feltrinelli. Me ne innamorai perdutamente e ne vendetti talmente tante copie che Carlo Feltrinelli venne in libreria a chiedere chi, in quel negozio stesse vendendo così tanto quel titolo. Diario di prigionia dell'autore, arrestato dai russi nel 1939 fino al 1942. Ricordo come fosse ieri la voracità con cui divoravo ogni singola parola, avvertendo tutta la paura, il freddo e la disperazione di chi raccontava. Una testimonianza disperata ma piena fino al midollo della più cristallina dignità. Non so se sia ancora possibile trovarlo in commercio. Io lo metterò tra gli scaffali della mia bottega. Se fossi in voi mi darei da fare per procurarmelo. Io me lo rileggo.

sabato 26 marzo 2011

La fantasia può far miracoli

Mentre, costretta in negozio, il pomeriggio passa lentamente, scrivo. Perché a quest'ora le ore sono infinite. Allora approfitto per parlarvi di un altro libro che troverete sugli scaffali della mia bottega. Si tratta di "Vagabondo delle stelle" nell'edizione Nord. Ora lo hanno ristampato in Adelphi ma l'edizione che ho io a me piace di più, con la sua bella sovracoperta. Un libro molto diverso dagli altri di Jack London, uno degli inni più belli al potere della fantasia. Storia di un condannato a morte che, per sopportare il supplizio della camicia di forza, comincia aviaggiare con la mente. Viaggi nel tempo e nello spazio, inavvicinabili da chiunque, più forti di qualunque restrizione, di qualunque galera. Una dissociazione della mente dal corpo per rendere più sopportabile la privazione della libertà. Capita mai, a voi, di sentirvi così? A me spesso. Infatti quel libro lo comprai mentre lavoravo in una libreria che non mi piaceva più. E nelle eterne ore di scontento viaaggiavo di fantasia. Trovarmi tra le mani quel capolavoro mi parve un segno del destino. Dopo pochi mesi trovai infatti un altro lavoro. Ma questa è un'altra storia. Questo è davvero uno dei libri più belli che abbia avuto la fortuna di leggere. Dopo poco tempo mi è capitato di vedere il film "Il bacio della donna ragno" dai temi molto simili. Ma del libro da cui è stato tratto quel film vi parlerò un'altra volta

Due o tre cose e poi ci rivediamo lunedì, credo

Solo due o tre cose prima di salutarvi per un paio di giorni. Mi piacerebbe che lasciaste qualche commento direttamente sul blog. Così per movimentarlo un po', al di là di facebook. Anche perché qualche volta capiterà che non condivida un post sulla mia bacheca.
Altra cosa: vi prometto che MAI inonderò le vostre bacheche o mail con il link al mio blog perché penso sia un gesto di una maleducazione incredibile. Molti lo fanno con me e lo trovo davvero fastidioso. Ma ognuno facia un po' come gli pare.
Terza e ultima cosa: ieri mi ha scritto una ragazza da Padova che voleva scrivere recensioni per il mio blog. Mah. A parte il fatto che credo ci siano spazi ben più visibili del mio, le ho detto no per un semplice motivo. Io ritengo che le collaborazioni gratuite siano una cosa profondamente ingiusta. Un lavoro, anrebbe sempre pagato. Magari tre euro ad articolo ma pagato. Questa è una cosa su cui non transigo. E siccome io questi soldi per pagare gli altri non li ho, vado avanti da sola.

venerdì 25 marzo 2011

Bobbi Bazlen

Questo libro troverà sicuramente posto tra gli scaffali della mia bottega, quando vedrà la luce. Ma non so s sarà in vendita, magari penseremo ad un prestito. Si tratta di Scritti di Roberto Bazlen edizioni Adelphi 1984. Roberto Bazlen, triestino, classe 1902 è stato forse il più grande editor di tutta la storia dell'editoria italiana. Quando questo mestiere era davvero quello di scoprire la qualità della scrittura altrui. Se penso a quelli che oggi, con questa definizione di editor sono diventati quasi delle star, dei miti intoccabili nell'ambiente letterario nostrano mi vien da piangere. Ma questa è un'altra storia.

Questo libro contiene quattro testi: Il capitano di lungo corso - Note senza testo - Lettere editoriali - Lettere a Montale. Una miniera preziosa di informazioni, notizie, pensieri, annotazioni di lavoro, abbozzi di racconti di un uomo che ha fatto della sottrazione la sua cifra lavorativa ed esistenziale. Bazlen cominciò la sua carriera di scopritore letterario in maniera molto empirica: all'inizio segnalava singoli testi a vari editori. Poi divenne tra i fondatori delle Edizioni di Comunità. Con il tempo diede al suo lavoro una struttura organica creando, praticamente, il catalogo dell'Adelphi, di cui, a buon diritto, fu tra i fondatori. Si prendeva cura delle parole e delle pagine. Senza mai la presunzione di creare scuole di scrittura creativa pagate fior di soldi. Umiltà e cultura, un binomio così fuori moda.

Questa copia mi è stata regalata da Roberto Calasso dopo una chiacchierata una domenica mattina alla Feltrinelli di Via Manzoni, dove lavoravo all'ora. C'è, in prima pagina una dedica bellissima. Per questo sarà sugli scaffali della bottega ma non in vendita. Non vi so dire se sia ancora in commercio per il semplice motivo che nessuno lo chiede quindi non ho mai provato a ordinarlo. Ma se chiedete direttamente all'Adelphi penso che ne abbiano qualche copia.

Ps. Tanto per dirne una, Bazlen fu quello che per primo scoprì la bravura di Svevo e ne iniziò la fortuna. Tanto per dire che editor fu, anzi, consigliere editoriale.

Ecco il primo

 Ma no dai, comincio subito a parlarvi dei libri che ho. In modo del tutto casuale. Comincio con questa edizione, credo ormai introvabile, de Il Tunnel di Ernesto Sabato, edizione Einaudi, collana Supercoralli, 2001. Lavoravo in Feltrinelli all'epoca ed era il periodo in cui mi interessavo della storia dei desaparecidos. Sabato nel 1983 era diventato presidente della Commisione nazionale sulle persone scomparse. Mi interessava quindi leggere un suo testo. Ricordo che lo lessi in una notte. Magico, quasi onirico, come molti romanzi sudamericani. Storia di un pittore, di una ossessione d'amore che si conclude con l'omicidio dell'oggetto del desiderio. Amaro, quasi crudo e con una tensione che in alcuni momenti da al testo una struttura di giallo. Uno stile scarno e e disincantato. Vi leggo una frase che avevo sottolineato :"La gente che fa l'elemosina; in generale, si suppone che sia più generosa e migliore di chi non la fa. Mi permetto di considerare con il maggior disprezzo questa teoria semplicistica. Chiunque sa che non risolve il problema di un mendicante con un soldo o con un pezzo di pane: si risolve solo il problema psicologico del signore che così si compra, a un prezzo ridicolo, una tranquillità spirituale e il titolo di generoso." Questo testo fu stampato per la prima volta nel 1967 da Feltrinelli, poi rieditato da Einaudi, ora, torna nel catalogo Feltrinelli in edizione economica. Ma questo esemplare nei supercoralli dell'Einaudi a me piace di più. Alla prossima e ciao


Guarda un po' cosa ho io

Dalla prossima settimana metterò sul blog, piano piano, le copertine e, dove non possibile, almeno i titoli e i dati blibliografici essenziali dei quasi 5000 libri che ho. Un po' a casa mia, un po' rimasti dai miei genitori, saranno la base, l'assortimento di partenza della mia bottega futura. Ognuno di loro ha una storia e di ognuno di loro ricordo il momento dell'acquisto. Racconterò la storia di ciascuno di loro come fosse un amico. Alcuni di loro sono stati acquistati per essere rimessi in circolo. Quando sarà il momento ricominceranno a viaggiare.

mercoledì 23 marzo 2011

C'è un libro per te

Rieccomi dopo mesi e mesi di latitanza. Mesi pieni di esperienze, pensieri, programmi e progetti. L'attenzione è stata altrove. Ho fatto alcuni lavoretti e mi sono presa del tempo per studiare alcune cose. Ma il tempo e la testa per aggiornare questo blog non c'erano. Stavo, e sto ancora, cercando di capire che piega prenderà la mia vita. Alcuni problemi pratici si sono messi di traverso impedendomi di fare azioni concrete e immediate per lasciare alcune situazioni che non mi soddisfano più. Quindi, ora, fare progetti mi riesce difficile perché un conto sono le cose che si vorrebbero fare e un conto è la vita che si mette di mezzo. Ma andiamo avanti. Diciamo che se potessi fermare il film in questo momento direi che i passi che vorrei compiere sono: uscire sempre più, anzi, definitivamente dalla libreria di cui ora sono socia, aprirmi una bottega mia, anche minuscola e senza soci e non a Milano. E intanto fare la cosa che so fare meglio: consigliare libri e scrivere. Consigliarli gratis e dedicare del tempo a questo. Perché? Perché se mi date fiducia, quando avrò una bottega solo mia magari continuerete a cercare i miei consigli dovunque sarò e magari sarete anche disposti a venirmi a trovare o a farveli spedire da me. Cosa dovete fare voi? Solo scrivermi per dirmi cosa vorreste leggere, di cosa avreste bisogno, cosa vorreste trovare in un libro e io ve lo consiglierò. Cosa farò di diverso da quello che fa un libraio in carne ed ossa? Semplice. Vi darò un consiglio gratuito perché non mi aspetterò che la cosa si concluda con una vendita. E soprattutto non sarò costretta a vendervi un libro solo perché è nuovo, perché ne ho in negozio tante copie che devo smaltire e perché non dovrò sottostare a regole economiche e di marketing. Non vi consiglierò un titolo di cui ho trenta copie che sono state acquistate perché l'editore ci punta e quindi ci ha fatto uno sconto particolare. No. Proprio no. Anzi magari capiterà che vi consiglierò un libro difficile da trovare o addirittura fuori catalogo. In quel caso dovrete magari andarvelo a cercare in biblioteca o sulle bancarelle o nelle librerie che vendono l'usato. Se vi sembra uno sforzo troppo grande peggio per voi. Potete sempre continuare a leggere quello che vi consiglia Fabio Fazio e leggere tutti le stesse cose. A me piacerebbe consigliare un libro proprio per voi perché penso che quello, proprio quello possa essere quello che vi regalerà qualche ora tutta vostra. Un breve riassunto e anche una o due frasi del libro per capire perché proprio quello e non un altro. Perché questo? E del tutto gratis? Perché magari se vi piace come lavoro sarete clienti della mia bottega quando l'aprirò. Per ora non ci guadagno nulla ma provo ad avere uno sguardo un po' più lungo. Non si sa mai. Allora se volete scrivetemi a geraldine.meyer@libero.it Magari non vi rispondo subito subito perché le cose da fare sono tante e anche perché cercare un libro seriamente non è cosa che si risolva in pochi minuti. Vediamo che succede