L'assaggiatrice
Giuseppina Torregrossa sa scrivere e, molto probabilmente sa cucinare. Le due cose vanno di pari passo nelle parole appassionate di questa donna. Sì, c'è sole, caldo, passione e corpo in questo racconto lungo e nelle ricette che ne fanno da sfondo. Si potrebbe dire anche il contrario e cioè che il racconto fa da sfondo alle ricette. Non è così facile districare il piacere che danno le une e le altre.
La protagonista, abbandonata dal marito, non si perde d'animo. Apre una bottega nel suo paese e comincia a nutrire la sua e le altrui bocche di cibo e baci. Impasta, taglia, condisce le pietanze con la stessa foga vitale usata per amare i corpi degli uomini. C'è profumo di sud e di donna in ciascuna pagina di questo libro. Il riverbero di una calda giornata di sole esce dalla carta e arriva al palato prima che agli occhi.
Mentre lo si legge sembra quasi di ritrovarsi le mani pregne di verdure e olio, profumi e spezie. La donna muove il suo corpo al ritmo delle braccia che impastano e al ritmo del sesso che riscopre nell'abbandono. La sua bottega diviene un punto di incontro, chiacchiere, ristoro e carnalità. Attorno a lei un paese con personaggi più veri del vero, sguardi avvolgenti come un corpo sudato, come un vino fresco e consolatorio.
Sesso e cibo, cibo e sesso. Gioia, gioco e gusto. Cosa è del resto la cucina? Cosa è del resto la letteratura? Le ricette descritte, suggerite e raccontate hanno la grazia della bellezza improvvisa. Esattamente come quella di una bella pagina. I sensi coinvolti sono sempre quelli, molto più fisici di quanto non sembri.
Qualcosa di diverso da un libro di narrativa e di diverso da un libro di cucina. La Torregrossa compie la magia di avvolgere il cibo in una narrazione e la narrazione in un continuo assaggio. Cibo e letteratura sono molto più vicini di quanto uno snobistico purismo potrebbe far credere. Leggete questo libro e provate a cucinare le ricette che vi racconta. Fatelo immaginando questa donna morbida e sensuale che tratta il cibo come fonte di vita e di storie. E poi, mentre cucinate raccontatevi delle storie. E sentite il vostro corpo. Questo, in fondo, è il messaggio più potente del libro.
Buon appetito
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