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domenica 27 marzo 2011

Un mondo a parte

Un mondo a parte di Gustav Herlin edizioni Feltrinelli, prima edizione 1994. Un libro che fa tremare le vene ai polsi, che fa piangere, arrabbiare e che, nonostante questo, o proprio per questo incanta. Perché è scritto benissimo. Un mondo a parte è la testimonianza spietata dei gulag. Tradotto per la prima volta in Italia nel 1958 (dieci anni prima dei libri di Solzenicyn) fu all'epoca ingnorato. Troppo scomodo sapere cosa accadeva nelle prigioni dell'Unione Sovietica. A dire il vero anche in seguito mi pare che questo libro sia stato ignorato. Quando il tubo catodico con i suoi profeti Fazio e Saviano si fecero cantori delle realtà concentrazionarie, il giorno dopo masse di lettori si riversarono in libreria a chiedere i Diari della Kolyma. Ovviamente nessuno che abbia mai chiesto questo libro. Prezioso, unico, bello. Quando lo comprai lavoravo alla Feltrinelli. Me ne innamorai perdutamente e ne vendetti talmente tante copie che Carlo Feltrinelli venne in libreria a chiedere chi, in quel negozio stesse vendendo così tanto quel titolo. Diario di prigionia dell'autore, arrestato dai russi nel 1939 fino al 1942. Ricordo come fosse ieri la voracità con cui divoravo ogni singola parola, avvertendo tutta la paura, il freddo e la disperazione di chi raccontava. Una testimonianza disperata ma piena fino al midollo della più cristallina dignità. Non so se sia ancora possibile trovarlo in commercio. Io lo metterò tra gli scaffali della mia bottega. Se fossi in voi mi darei da fare per procurarmelo. Io me lo rileggo.

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