Prima nella rete, poi sulla strada, questa bottega vuole essere una specie di consigliera editoriale. Via dalle classifiche ufficiali e dalle vendite pilotate. Libri introvabili, fuori catalogo o, comunque, difficili da recuperare
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lunedì 30 agosto 2010
Piccoli è bello
Nel post di ieri segnalavo alcune case editrici piccole e di gran valore. Case editrici che combattono ad armi impari con i colossi. Hanno, spesso, come principale canale comunicativo internet con tutte le sue potenzialità. Devo ammettere però che fare la libraia e non avere mai trovato un rappresentante che me ne parlasse in modo poco più che affrettato e frettoloso un po' mi inquieta. Mi pongo sempre più domande su cosa voglia dire fare i librai e su cosa sia l'editoria in questo paese. Comunque oggi vorrei segnalare altri editori di cui mi piacerebbe riempire gli scaffali di questa mia libreria virtuale. Cominciamo con Edizioni della Sera, giovane ed intraprendente casa editrice romana. Date poi un'occhiata ai siti di Neo edizioni e Gaffi e sfogliate i loro cataloghi. Un po' d'aria fresca signori!
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Geraldine, stamane ho trovato questo link su Facebook e come autore ora felicemente accasato con Galaad Edizioni, nonchè come operatore in editoria dal 1984 (autore, traduttore, ufficio stampa etc etc)trovo fondamentale che tu ponga al centro della questione una riflessione sul ruolo del libraio.
RispondiEliminaE ti ringrazio per il coraggio e il candore con cui lo scrivi nel tuo blog.
Tu sai che noi scrittori abbiamo tante paranoie. Ma persino quando I DIARI DI RUBHA HUNISH uscì per BaldiniCastoldiDalai come priorità (settembre 2004) mi scriveva gente che diceva, "il libraio dice che il libro non si trova". Io ho fatto delle scelte, e raramente vado a presentare i miei libri in libreria, dal 2007 a oggi. E' anche una forma di protesta per questa insipiegabile pigrizia: esiste il computer, basta digitare il titolo di un libro e il nome dell'autore e si viene a sapere subito da chi è distribuito.
E' un discorso lungo da affrontare, ma sarebbe ora di farlo, perchè io come acquirente - faccio lo scrittore! - ho smesso di frequentare le librerie se non casualmente (troppi sono i libri inutili che escono, me la cavo da solo con gli originali da Amazon e con le librerie online, abitando in un paesino di montagna etc etc etc).
Insomma: da ragazzo vedevo la libreria come un luogo sacro, oggi la vedo come un luogo troppo spesso sconsacrato e mi domando che senso abbia aver adattato i piccoli punti vendita a uteri della politica dell'autogrill intrapresa dai grandi gruppi editoriali.
Lo dico lucidamente: io scrivo perchè ho una visione della letteratura a lungo termine, e questo pretenderei dalla maggioranza dei librai. Così non è, e me ne dolgo, perchè il nostro è un Lavoro e il Lavoro va rispettato.
Il commento sopra riportato è di Davide Sapienza
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