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domenica 26 settembre 2010

Le responsabilità del lettore

E domani, per dare fiato alle nostre casse che languono, aspettiamo l'uscita del nuovo libro di Ken Follett. Cosa dire? Fino a quando alcuni titoli funzioneranno come droga e alcuni lettori saranno come tossici in crisi di astinenza questa sarà la soluzione per pagarci gli affitti. In un circolo vizioso di aria fritta data in pasto a stomaci vuoti. Certo ci vuole coraggio per pubblicare libri degni di questo nome ma ce ne vuole altrettanto per leggere libri di questo nome. Fino a quando entrerà in libreria un lettore tipo quello di ieri che, dopo averci fatto tirare fuori una ventina di testi, se ne esce dicendo: "Ora vado a informarmi sui giornali per vedere cosa merita davvero di essere letto" credo che non cambierà nulla. Ormai il pantano del mondo editoriale sta trascinando le intelligenze in un buco nero di giàvistogiàlettogiàstampato. In un perpetuarsi senza soluzione di continuità di roba tagliata male (tanto per restare nella metafora della tossicodipendenza). Perché l'abitudine al leggere solo ciò che si conosce è una vera e propria forma di dipendenza. E la necessità di una cura disintossicante deve essere avvertita dal tossico in primis, cioè dal lettore.

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